La Galleria di Ozzano è a torto o ragione una delle cause dell’abbandono della linea ferroviaria Asti Mortara. Il presunto cedimento stutturale che ne impedirebbe la fruibilità ferroviaria avrebbe costi non giustificabili per ripristinare una linea ferroviaria che era comunque da decenni considerata un “ramo secco”.
Ma se consideriamo il valore storico e paesaggistico di quest’opera e la nuova funzionalità che avrebbe nel contesto di una greenway la galleria potrebbe diventare un’occasione unica nel suo genere.
Il tratto ferroviario (cicloferroviario) in questione si inserisce all’interno della storia del cemento monferrino ed ha quindi una valenza notevole all’interno dei progetti in atto di recupero dei manufatti di archeologia industriale e dei percorsi di conservazione della memoria paesaggistica di questi luoghi.
L’estrazione della marna dalla cave collinari e l’attività di produzione della calce e del cemento ebbero un’espansione considerevole proprio grazie all’introduzione della linea ferroviaria, al centro della quale sta la galleria aperta nel 1868 con un’impresa notevole per i tempi, dato che tagliava in trasversale la collina.
La costruzione, da parte dell’impresa Guastalla, misurava 1.414 metri, con l’asportazione di 42,507 metri cubi di terra e il posizionamento di un rivestimento di 8,372 metri cubi di muratura.
Nel 1870 venne inaugurata la linea ferroviaria (6 luglio) ed immediato fu l’allacciamento dello stabilimento Sosso ai binari della ferrovia.
Ben presto, grazie ai collegamenti ferroviari, sorsero altri complessi cementieri.
Sul finire del secolo, sorgevano nel territorio di Ozzano cinque stabilimenti, con 313 addetti, 16 le principali cave sotterranee e 310 cavatori.
Attorno alla linea ferroviaria, allacciata allo stabilimento Sosso, ruotava quindi tutta la produzione del cemento collinare di cui restano ampie testimonianze in un percorso ciclistico collaterale che si snoda proprio a partire dalla nostra principale arteria.
Una greenway che recuperi la galleria sarebbe un’attrattiva turistica importante non solo collocata all’interno degli itinerari di valorizzazione della memoria e dell’archeologia industriale, ma una attrattiva in sè che poche altre greenway esistenti potrebbero vantare. Percorrere una ciclovia con all’interno una galleria per sole bici, opportunamente illuminata e valorizzata, della lunghezza di più di un kilometro, risulterebbe infatti una attrazione notevole non solo per i ciclisti amatoriali ma anche per turisti, famiglie e bambini che potrebbero percorrere questo tratto di strada come una piacevole attrazione, inserita in un percorso di facile percorribilità all’interno di uno scenario incantevole dal punto di vista paesaggistico e ricco di storia e di memoria.
Inoltre lo scenario che essa mostra all’uscita da Ozzano immette il turista immediatamente all’interno del percorso delle vie delle cave e del cemento (foto), da una parte, mentre dall’altra apre le strade della devozione sacra (Monte di Crea) o del paesaggio collinare di viti e di tufo che per molti merita la tutela Unesco.
Valorizzazione della galleria
Proprio per i motivi che abbiamo indicato, la galleria potrebbe essere ulteriormente valorizzata, trasformandola ad esempio in una galleria museo dedicata alla storia e alla memoria delle attività di cava del passato, collocando, ad esempio, alle sue pareti dei pannelli fotografici che illustrino il percorso di memoria, simulato in un contesto che è prossimo a quello dei cavatori.
In occasione poi di particolari coincidenze (appuntamenti per Riso e Rose ad esempio) oppure periodicamente (estate) o per i suoi 150 anni (2018) si potrebbe pensare a installazioni tipo “suoni e luci” dedicate a temi specifici legati al nostro territorio o alla sua storia (si pensi alla storia di Aleramo) (nelle immagini, la recente installazione sulla bellezza a Palazzo Reale a Milano, e esempi di tradizionali installazioni all’interno di una ex cava di marmo – contesto similare - in Provenza)
Qui il progetto si concentra sulla zona
della Galleria di Ozzano, che, data la sua bellezza e importanza, ho
voluto proporre come completamente ristrutturata. La zona naturale
che la circonda deve essere ripristinata, pulita e ravvivata grazie
all’utilizzo di piante da fiori, cespugli e aiuole, in grado di
rendere tutto più gradevole all’occhio e degno di una zona
candidata a diventare patrimonio dell’Unesco. Poi la galleria viene
qui proposta completamente ristrutturata: che si decida di ripararne
la parte che è crollata, di riparare le infiltrazioni o di rifarla
da capo, ho deciso di proporla in veste più tipica, rivestita in
tufo, la pietra caratteristica delle nostre colline, e illuminata
internamente da luci e faretti. Sulle pareti propongo delle pitture e
immagini del colibrì, o della bicicletta, così da trasformare la
galleria non solo in un punto di transito per i ciclisti della
greenway, ma anche un punto illustrativo del nostro progetto, per
tutti coloro che non ne fossero a conoscenza.