Greenway Casale - Asti: pista ciclabile ed arteria principale tra le colline del Monferrato
L’idea
generale adottata per proporre un progetto innovativo e genuino si
basa sulla volontà di utilizzare il territorio al meglio e
valorizzarlo in tutti i suoi aspetti.
I dati di partenza erano “greenway” e “Monferrato”.
Abbiamo deciso dunque di documentarci al meglio su come dovessero essere costruite le greenways e sulle norme da rispettare. Abbiamo consultato quindi alcuni libri (“Quaderni delle greenways” di Roberto Rovelli, Giulio Senes e Alessandro Toccolini, e “Progettare percorsi verdi” di Stefano Ferrario).
Dopodiché, abbiamo pensato a come personalizzare il progetto, a come renderlo Monferrino, ma allo stesso tempo degno di essere comparato a percorsi già sviluppati in altri paesi europei.
Siamo dunque partiti dall’idea, in linea con la filosofia delle greenways, di rispetto e valorizzazione della natura e del territorio: la classica colata di cemento non era per niente opportuna. Abbiamo deciso invece di mantenere le tracce del passato, che possano far cogliere ai ciclisti la storia della ferrovia, ora adibita a pista ciclabile. Abbiamo selezionato una pavimentazione tale da poter permettere il mantenimento dei binari ferroviari, grazie alla pavimentazione Strail: si tratta di pedane ad incastro facilmente removibili in caso di una futura e improbabile ripresa di moto della linea ferroviaria in questione.
La natura viene anche valorizzata attraverso la semplice manutenzione di essa nei luoghi accanto alla linea ferroviaria, con l’aggiunta di alberi, piante e aiuole fiorite, nelle zone più monotone e trasandate, che contribuiscono a dare vita al paesaggio monferrino, e a renderlo sempre più prossimo a un possibile inserimento del patrimonio dell’Unesco.
Non manca l’utilizzo dei materiali tipici, come il tufo per il rivestimento della galleria e idee più azzardate per quanto riguarda la creazione di slarghi e piazzole adibite alla sosta e al ristoro. Abbiamo inoltre proposto, con in un esempio, la ristrutturazione delle stazioni abbandonate, che potrebbero essere adibite a ostelli per coloro che intraprendono la tratta Casale-Asti di 51km in una sola volta, con tanto di docce e sedie relax, o a piccoli “musei del Colibrì”, che possano diventare una vera e propria tappa formativa per i bambini delle biciclettate organizzate dalle scuole.
L’intento era quello di creare un piccolo gioiello nel Monferrato, un luogo di tranquillità, che taglia gli splendidi paesaggi collinari e i piccoli paesini dandoci modo di conoscerli e sostare in tutti a scoprirne la storia, le specialità locali e turistiche: dal vino, agli agnolotti al museo del Canton, ai punti panoramici imperdibili.
Il tutto diventa possibile in bicicletta, osservando, pedalata per pedalata, il nostro territorio, che le nuove generazioni conoscono sempre meno.
Abbiamo unito un’idea moderna e innovativa, quella delle greenway, dei nuovi materiali e della filosofia che ci sta dietro, di consumo consapevole, di non inquinamento, di economia, di riscoperta della natura e di evasione dalla realtà, con la rusticità e semplicità del Monferrato, della nostra terra e delle nostre colline. In più parti del percorso è possibile collegarsi ad altri percorsi secondari, per i più allenati, alla scoperta di queste.
Vogliamo che quella delle greenway sia un’esperienza unica.
Note tecniche:
La Greenway è larga 2,30m , ogni 15 metri c’è un lampione.
Lungo tutto il percorso, su tutti e due i lati di questa ci sono aiuole e fiori.
La pavimentazione utilizzata è Strail.
La pendenza di tutto il tragitto non supera il 5%.
Sono stati pensati luoghi di sosta e ristoro e le stazioni sono fornite di sistemi per chiamare soccorso e valigette del pronto soccorso.
I dati di partenza erano “greenway” e “Monferrato”.
Abbiamo deciso dunque di documentarci al meglio su come dovessero essere costruite le greenways e sulle norme da rispettare. Abbiamo consultato quindi alcuni libri (“Quaderni delle greenways” di Roberto Rovelli, Giulio Senes e Alessandro Toccolini, e “Progettare percorsi verdi” di Stefano Ferrario).
Dopodiché, abbiamo pensato a come personalizzare il progetto, a come renderlo Monferrino, ma allo stesso tempo degno di essere comparato a percorsi già sviluppati in altri paesi europei.
Siamo dunque partiti dall’idea, in linea con la filosofia delle greenways, di rispetto e valorizzazione della natura e del territorio: la classica colata di cemento non era per niente opportuna. Abbiamo deciso invece di mantenere le tracce del passato, che possano far cogliere ai ciclisti la storia della ferrovia, ora adibita a pista ciclabile. Abbiamo selezionato una pavimentazione tale da poter permettere il mantenimento dei binari ferroviari, grazie alla pavimentazione Strail: si tratta di pedane ad incastro facilmente removibili in caso di una futura e improbabile ripresa di moto della linea ferroviaria in questione.
La natura viene anche valorizzata attraverso la semplice manutenzione di essa nei luoghi accanto alla linea ferroviaria, con l’aggiunta di alberi, piante e aiuole fiorite, nelle zone più monotone e trasandate, che contribuiscono a dare vita al paesaggio monferrino, e a renderlo sempre più prossimo a un possibile inserimento del patrimonio dell’Unesco.
Non manca l’utilizzo dei materiali tipici, come il tufo per il rivestimento della galleria e idee più azzardate per quanto riguarda la creazione di slarghi e piazzole adibite alla sosta e al ristoro. Abbiamo inoltre proposto, con in un esempio, la ristrutturazione delle stazioni abbandonate, che potrebbero essere adibite a ostelli per coloro che intraprendono la tratta Casale-Asti di 51km in una sola volta, con tanto di docce e sedie relax, o a piccoli “musei del Colibrì”, che possano diventare una vera e propria tappa formativa per i bambini delle biciclettate organizzate dalle scuole.
L’intento era quello di creare un piccolo gioiello nel Monferrato, un luogo di tranquillità, che taglia gli splendidi paesaggi collinari e i piccoli paesini dandoci modo di conoscerli e sostare in tutti a scoprirne la storia, le specialità locali e turistiche: dal vino, agli agnolotti al museo del Canton, ai punti panoramici imperdibili.
Il tutto diventa possibile in bicicletta, osservando, pedalata per pedalata, il nostro territorio, che le nuove generazioni conoscono sempre meno.
Abbiamo unito un’idea moderna e innovativa, quella delle greenway, dei nuovi materiali e della filosofia che ci sta dietro, di consumo consapevole, di non inquinamento, di economia, di riscoperta della natura e di evasione dalla realtà, con la rusticità e semplicità del Monferrato, della nostra terra e delle nostre colline. In più parti del percorso è possibile collegarsi ad altri percorsi secondari, per i più allenati, alla scoperta di queste.
Vogliamo che quella delle greenway sia un’esperienza unica.
Note tecniche:
La Greenway è larga 2,30m , ogni 15 metri c’è un lampione.
Lungo tutto il percorso, su tutti e due i lati di questa ci sono aiuole e fiori.
La pavimentazione utilizzata è Strail.
La pendenza di tutto il tragitto non supera il 5%.
Sono stati pensati luoghi di sosta e ristoro e le stazioni sono fornite di sistemi per chiamare soccorso e valigette del pronto soccorso.
Le piazzole
Qui il progetto si concentra sulla
proposta di trasformazione di un’ampia area libera che affianca il
tratto ferroviario situato pochi chilometri dopo Ozzano. Ho deciso di
proporre un esempio di piazzola di sosta per i ciclisti, che può
essere proposta in più zone del tratto.
L’idea è quella di creare una greenway che rispetti le normative e le esigenze richieste dal suo nome e dal buon senso. Ho ritenuto quindi una zona di ristoro, indispensabile. Ho realizzato dei posteggi per le biciclette, scoperti e coperti, adatti anche al parcheggio di risciò. Ci sono poi dei pannelli che illustrano la mappa generale del percorso, il punto in cui ci si trova e i possibili percorsi alternativi. C’è anche una fontanella per l’acqua affiancata da un pannello adatto a riassume la storia del colibrì e i nostri pensieri sullo spreco dell’acqua. Lo spazio si trasformerebbe dunque non solo in una zona dedicata alla sosta e al divertimento, grazie all’inserimento di giochi per bambini, come scivoli, altalene, casette e capanne in legno, ma anche uno spazio educativo, in cui dedicare qualche minuto alla riflessione e alla spiegazione degli intenti del nostro progetto.
Infine anche qui il paesaggio nella sua bellezza viene rappresentato come curato e molto allegro e floreale, degno della nostra zona monferrina, e in grado di conferire tutto un altro sapore al luogo.
L’idea è quella di creare una greenway che rispetti le normative e le esigenze richieste dal suo nome e dal buon senso. Ho ritenuto quindi una zona di ristoro, indispensabile. Ho realizzato dei posteggi per le biciclette, scoperti e coperti, adatti anche al parcheggio di risciò. Ci sono poi dei pannelli che illustrano la mappa generale del percorso, il punto in cui ci si trova e i possibili percorsi alternativi. C’è anche una fontanella per l’acqua affiancata da un pannello adatto a riassume la storia del colibrì e i nostri pensieri sullo spreco dell’acqua. Lo spazio si trasformerebbe dunque non solo in una zona dedicata alla sosta e al divertimento, grazie all’inserimento di giochi per bambini, come scivoli, altalene, casette e capanne in legno, ma anche uno spazio educativo, in cui dedicare qualche minuto alla riflessione e alla spiegazione degli intenti del nostro progetto.
Infine anche qui il paesaggio nella sua bellezza viene rappresentato come curato e molto allegro e floreale, degno della nostra zona monferrina, e in grado di conferire tutto un altro sapore al luogo.
Le stazioni
Qui il progetto vuole proporre un
esempio di ristrutturazione di stazione ferroviaria. Quella presa in
esempio è la stazione dismessa di Moncalvo, una struttura, come
tante altre, fatiscente e abbandonata a se stessa. E’ arrivato il
momento di riproporla sotto una nuova luce, di dare di nuovo vita al
giallo e al bianco delle sue pareti. L’ho ricostruita completamente
ristrutturata, con finestre e vetrate, una nuova scritta “Moncalvo”
e immancabilmente, al centro della struttura, il logo del colibrì.
Nella rappresentazione di questa parte del progetto ho voluto
spingermi un po’ oltre, per quelli che potrebbero essere i limiti
del nostro Paese, ma non sicuramente per una paese estero. Ritengo in
ogni caso, che un progetto, una proposta, debba essere la migliore
possibile e pensabile, ovviamente secondo certi limiti, e non
certamente già sminuita in partenza. Ho pensato infatti al luogo
della stazione, come punto di ristoro: la stazione potrebbe essere
adibita a “museo del colibrì”, essere riempita di pannelli,
stand e informazioni sui nostri progetti e utilizzata da bambini in
visita con le loro classi durante una possibile biciclettata
pomeridiana, come momento di sensibilizzazione a tutte le nostre
tematiche. L’altra idea è quella di adibirla a ostello, per tutti
i ciclisti e persone più allenate e intraprendenti che potrebbero
decidere di viaggiare tutti i 51km di tragitto e sostare la notte per
poi poter riprendere il percorso o semplicemente tornare indietro,
senza dover per forza portare la macchina in qualche punto lungo il
percorso. La zona di ristoro è completata, sotto alle pensiline, da
una zona caffè e da una zona dotata di brandine e sdraio; il tutto è
completato da una doccia esterna, in cui poter rinfrescarsi,
soprattutto d’estate.
Sull’altra sponda della ferrovia non mancano i posteggi bici e i pannelli dotati di mappe del luogo che, come per esempio proprio dalla stazione di Moncalvo, indicano percorsi alternativi da percorrere in bicicletta alla scoperta dei paesi e colline del Monferrato.
Sull’altra sponda della ferrovia non mancano i posteggi bici e i pannelli dotati di mappe del luogo che, come per esempio proprio dalla stazione di Moncalvo, indicano percorsi alternativi da percorrere in bicicletta alla scoperta dei paesi e colline del Monferrato.
Il percorso della Greenway
La linea
ferroviaria Casale Asti ha una lunghezza di quasi 50 km parte da
Casale, attrattiva turistica da potenziare e valorizzare, e parte
proprio da uno dei punti più significativi per arte e storia (la
Cittadella) e attraversa le colline del Monferrato ricche di bellezze
naturalistiche, storiche, architettoniche (i castelli medioevali) ,
percorsi di fede e di arte religiosa (il Sacro monte di Crea
patrimonio Unesco) tracce del passato contadino conservato nella
architettura rurale del tufo e del cantone, e negli edifici di
archeologia industriale delle vie del cemento. Il paesaggio
attraversato si adagia sulla pianura del Po su cui scorrono le vie e
i percorsi del Parco Fluviale del Po e dell’Orba.
Il recupero che abbiamo immaginato della linea ferroviaria insiste sul fatto che essa costituisce un’opportunità unica perchè è di fatto una vera e propria arteria principale (accessibile solo al traffico ciclistico o pedonale) da cui far dipartire una innumerevole serie di percorsi secondari come percorsi di attrazione turistica, naturalistica e enogastronomica.
Data la lunghezza della tratta del nostro percorso, abbiamo voluto prendere in esame tre punti significativi di esso che vogliono dare un'idea di come la linea ferroviaria sarebbe, se trasformata in Greenway, e il territorio curato e le infrastrutture ristrutturate.
A titolo di esempio ci siamo soffermati solo su tre dei molti punti che è possibile sviluppare: Ozzano, Serralunga e Moncalvo.
Il recupero che abbiamo immaginato della linea ferroviaria insiste sul fatto che essa costituisce un’opportunità unica perchè è di fatto una vera e propria arteria principale (accessibile solo al traffico ciclistico o pedonale) da cui far dipartire una innumerevole serie di percorsi secondari come percorsi di attrazione turistica, naturalistica e enogastronomica.
Data la lunghezza della tratta del nostro percorso, abbiamo voluto prendere in esame tre punti significativi di esso che vogliono dare un'idea di come la linea ferroviaria sarebbe, se trasformata in Greenway, e il territorio curato e le infrastrutture ristrutturate.
A titolo di esempio ci siamo soffermati solo su tre dei molti punti che è possibile sviluppare: Ozzano, Serralunga e Moncalvo.