Il rilancio del Turismo in Monferrato
Il territorio
del Monferrato casalese e astigiano ha una potenziale vocazione
turistica che potrebbe costituire un volano per il rilancio economico
dell’area solo se disposti ad investire in una tipologia di turismo
sostenibile e “dolce”, anche in questa prospettiva, seguendo
progetti e tendenze d’avanguardia europei.
Per fare alcuni esempi, territorialmente vicini, a confronto dei quali un progetto simile nel Monferrato non sfigurerebbe:
- Il progetto “traffico Lento” in Svizzera, per il quale l’USTRA (Ufficio Federale delle Strade) sostiene i Cantoni mediante contributi per infrastrutture di traffico lento e la promozione di itinerari per "La Svizzera a piedi" e "La Svizzera in bici".
- la Romantischer Rhein, il percorso lungo la valle del Reno, con una ciclopista su entrambe le sponde e che si snoda lungo tutta la valle.
- la Manche randonnée in Francia con percorsi di ciclovie e circuiti di fruizione slow (a piedi, con i roller, a cavallo), con carte di percorsi connesse con punti sosta e associazioni di settore che organizzano manifestazioni e itinerari di scoperta ad hoc.
- progetto SvizzeraMobile vera rete nazionale dedicata al traffico lento, con servizi e rete di percorsi dotati di una segnaletica uniforme e ufficiale.
Per fare alcuni esempi, territorialmente vicini, a confronto dei quali un progetto simile nel Monferrato non sfigurerebbe:
- Il progetto “traffico Lento” in Svizzera, per il quale l’USTRA (Ufficio Federale delle Strade) sostiene i Cantoni mediante contributi per infrastrutture di traffico lento e la promozione di itinerari per "La Svizzera a piedi" e "La Svizzera in bici".
- la Romantischer Rhein, il percorso lungo la valle del Reno, con una ciclopista su entrambe le sponde e che si snoda lungo tutta la valle.
- la Manche randonnée in Francia con percorsi di ciclovie e circuiti di fruizione slow (a piedi, con i roller, a cavallo), con carte di percorsi connesse con punti sosta e associazioni di settore che organizzano manifestazioni e itinerari di scoperta ad hoc.
- progetto SvizzeraMobile vera rete nazionale dedicata al traffico lento, con servizi e rete di percorsi dotati di una segnaletica uniforme e ufficiale.
Il turismo
sostenibile è favorito dalla presenza di strutture e servizi
turistici realizzati in modo
tale da non distruggere o penalizzare il panorama e l'ambiente naturale.
Favorire quindi la mobilità turistica, in modo dolce a livello economico, ambientale, socio-culturale, etico, umano, agricolo e rurale.
Turismo dolce significa soprattutto compatibilità con le economie locali, le quali, attraverso il coinvolgimento di personale, materiali e prodotti agricoli del posto, possono avere una chance di prosperità, privilegiando il rispetto per ambiente, la ruralità e le tradizioni originari la cui conoscenza verrebbe diffusa attraverso ad esempio l’offerta di prodotti enogastronomici tipici.
Il viaggio verso le mete di un turismo di questo genere viene inteso come occasione di crescita, di scoperta, di conoscenza, non solo di realtà nuove, ma anche di se stessi e degli altri, proprio grazie al confronto costruttivo tra le differenze, al contatto diretto con le persone che vivono nelle zone frequentate. Uno dei principi cardine del turismo responsabile è il coinvolgimento delle comunità locali e la ricaduta diretta del beneficio derivante dalle attività di turismo.
Insomma un turismo che invita alla lentezza ed alla profondità, alla contemplazione ed al rispetto, senza abbandonare l’allegria giocosa del camminare, del pedalare e dello stare insieme trasformarsi in un prezioso alleato per lʼeffettiva conservazione degli ecosistemi, smettendo di essere un fattore di consumo e sperpero delle risorse naturali.
Come leggiamo nella Carta per un turismo responsabile redatta dal WWF, e costruita sui dispositivi di legge, come:
il “Turismo sostenibile” è rappresentato da quelle attività che permettono nell’esperienza turistica di acquisire la consapevolezza che è necessario tutelare l’ambiente naturale e le culture locali e di costituire, nell’esperienza turistica personale, uno strumento diretto di evoluzione dell’economia virtuosa del turismo nei luoghi di destinazione.Aspetti fondamentali di tali attività diventano dunque “il rispetto e la diffusione di conoscenza della biodiversità in tutte le sue espressioni, nonché del valore del paesaggio e degli elementi locali del territorio e infine la ricerca di processi e strumenti che minimizzino l’impatto del turismo sull’ambiente, aumentando al contempo i benefici socio-economici e le ricadute positive, in termini di conservazione e tutela delle risorse naturali, per le comunità ospitanti”
(WWF – Carta per il Turismo responsabile”).
tale da non distruggere o penalizzare il panorama e l'ambiente naturale.
Favorire quindi la mobilità turistica, in modo dolce a livello economico, ambientale, socio-culturale, etico, umano, agricolo e rurale.
Turismo dolce significa soprattutto compatibilità con le economie locali, le quali, attraverso il coinvolgimento di personale, materiali e prodotti agricoli del posto, possono avere una chance di prosperità, privilegiando il rispetto per ambiente, la ruralità e le tradizioni originari la cui conoscenza verrebbe diffusa attraverso ad esempio l’offerta di prodotti enogastronomici tipici.
Il viaggio verso le mete di un turismo di questo genere viene inteso come occasione di crescita, di scoperta, di conoscenza, non solo di realtà nuove, ma anche di se stessi e degli altri, proprio grazie al confronto costruttivo tra le differenze, al contatto diretto con le persone che vivono nelle zone frequentate. Uno dei principi cardine del turismo responsabile è il coinvolgimento delle comunità locali e la ricaduta diretta del beneficio derivante dalle attività di turismo.
Insomma un turismo che invita alla lentezza ed alla profondità, alla contemplazione ed al rispetto, senza abbandonare l’allegria giocosa del camminare, del pedalare e dello stare insieme trasformarsi in un prezioso alleato per lʼeffettiva conservazione degli ecosistemi, smettendo di essere un fattore di consumo e sperpero delle risorse naturali.
Come leggiamo nella Carta per un turismo responsabile redatta dal WWF, e costruita sui dispositivi di legge, come:
- Legge quadro
sul turismo n° 135/2001
- Carta di
Lanzarote 1995
- Dichiarazione di Berlino 1997
- Codice
etico del turismo – organizzazione Mondiale del Turismo 1999
il “Turismo sostenibile” è rappresentato da quelle attività che permettono nell’esperienza turistica di acquisire la consapevolezza che è necessario tutelare l’ambiente naturale e le culture locali e di costituire, nell’esperienza turistica personale, uno strumento diretto di evoluzione dell’economia virtuosa del turismo nei luoghi di destinazione.Aspetti fondamentali di tali attività diventano dunque “il rispetto e la diffusione di conoscenza della biodiversità in tutte le sue espressioni, nonché del valore del paesaggio e degli elementi locali del territorio e infine la ricerca di processi e strumenti che minimizzino l’impatto del turismo sull’ambiente, aumentando al contempo i benefici socio-economici e le ricadute positive, in termini di conservazione e tutela delle risorse naturali, per le comunità ospitanti”
(WWF – Carta per il Turismo responsabile”).
Turismo
sostenibile e Ciclovia in Monferrato
Le colline del Monferrato per conformazione geografica, per tipicità ambientale e naturale, per insediamenti di strutture agrarie, tipiche per la diffusione di una particolare architettura di campagna, per la presenza di importanti e diffuse testimonianze storiche sia sacre che profana (la via dei castelli e le vie sacre delle pievi romaniche o dei luoghi di pellegrinaggio con al centro il Sacro Monte di Crea, patrimonio Unesco) è quanto di più idoneo ad essere meta di un turismo “dolce” se soltanto tutti questi elementi fossero messi in rete.
Di più: il Monferrato ha già una serie di percorsi turistici finalizzati a questo scopo: per quanto riguarda la parte casalese, vi sono itinerari e strutture già attive:
- Mondo è un consorzio che ha come obiettivo la promozione dell'immagine del Monferrato casalese e della Piana del Po e l'incentivazione del turismo sul territorio e la valorizzazione dei suoi itinerari di arte e cultura, di natura e paesaggi, di enogastronomia
- Il Parco Fluviale del Po e dell’Orba propone percorsi non solo di sensibilizzazione ambientale ma anche di turismo sulle sue sponde e sui suoi tracciati, ai piedi delle colline casalesi
- Il Parco del sacro Monte di Crea, già ricordato, merita un'attenzione particolare in quanto la sua localizzazione geografica, al confine delle province di Alessandria, Asti e Vercelli, consente al Parco di coinvolgere un numero elevato di persone provenienti in gran parte dal Piemonte, dalla Liguria e dalla Lombardia, ma anche dal resto d'Italia e dall'estero.
Inoltre la recente iscrizione del Sacro Monte di Crea nella lista del Patrimonio dell'Unesco, avvenuta nel luglio 2003, garantisce al Monferrato una visibilità internazionale.
- Le vie del cemento con il parco archeologico delle miniere che da Ozzano sale a Coniolo, dove ha sede un museo etnografico e del lavoro di cava
- Moncalvo, città aleramica con i resti dell'antico maniero, sede della sagra del Bue Grasso e per la Fiera nazionale del tartufo.
- La Valle Ghenza, Cellamonte con al centro il suo Ecomuseo della pietra da cantoni, i borghi in tufo fino a risalire a Vignale
- La Val Cerrina con i boschi e i castelli medievali di Camino, Gabiano e Murisengo
- La centralità di Casale Monferrato come capitale culturale del Monferrato, con i suoi monumenti di valore assoluto (Duomo, Castello e Sinagoga in primis)
Quello che manca è una connessione a rete reale ed effettiva (non solo di promozione, di marketing editoriale di queste e di molte altre attrattive turistiche.
La ciclovia Casale Asti, proprio per il suo essere un’arteria reale e concreta che taglia e attraversa il territorio, facendo partire da ogni sua tappa tutti gli altri possibili itinerari, proprio perché mette in contatto fisico diretto, le colline e la pianura, proprio perché collega senza soluzione di continuità i percorsi ciclabili collinari secondari che portano ai luoghi indicati (e a molti altri) e le piste ciclabili che si snodano lungo le vie del Parco del Po, proprio perché collega uno dopo l’altro gli itinerari ciclistici già esistenti, costituirebbe proprio quella rete fisica e concreta che farebbe di tutto questo territorio un unicum turistico, il cui valore complessivo potrebbe essere molto più elevato di quello attuale.
Inoltre potrebbe far entrare il nostro territorio nei circuiti turistici europei, promuovendo le sue attrattive turistiche sia presso gli esistenti percorsi ciclabili europei sia in quelli di turismo “dolce” più in generale.
Proprio in quest’ottica, la galleria esistente, da ostacolo attuale potrebbe trasformarsi in risorsa.
Le colline del Monferrato per conformazione geografica, per tipicità ambientale e naturale, per insediamenti di strutture agrarie, tipiche per la diffusione di una particolare architettura di campagna, per la presenza di importanti e diffuse testimonianze storiche sia sacre che profana (la via dei castelli e le vie sacre delle pievi romaniche o dei luoghi di pellegrinaggio con al centro il Sacro Monte di Crea, patrimonio Unesco) è quanto di più idoneo ad essere meta di un turismo “dolce” se soltanto tutti questi elementi fossero messi in rete.
Di più: il Monferrato ha già una serie di percorsi turistici finalizzati a questo scopo: per quanto riguarda la parte casalese, vi sono itinerari e strutture già attive:
- Mondo è un consorzio che ha come obiettivo la promozione dell'immagine del Monferrato casalese e della Piana del Po e l'incentivazione del turismo sul territorio e la valorizzazione dei suoi itinerari di arte e cultura, di natura e paesaggi, di enogastronomia
- Il Parco Fluviale del Po e dell’Orba propone percorsi non solo di sensibilizzazione ambientale ma anche di turismo sulle sue sponde e sui suoi tracciati, ai piedi delle colline casalesi
- Il Parco del sacro Monte di Crea, già ricordato, merita un'attenzione particolare in quanto la sua localizzazione geografica, al confine delle province di Alessandria, Asti e Vercelli, consente al Parco di coinvolgere un numero elevato di persone provenienti in gran parte dal Piemonte, dalla Liguria e dalla Lombardia, ma anche dal resto d'Italia e dall'estero.
Inoltre la recente iscrizione del Sacro Monte di Crea nella lista del Patrimonio dell'Unesco, avvenuta nel luglio 2003, garantisce al Monferrato una visibilità internazionale.
- Le vie del cemento con il parco archeologico delle miniere che da Ozzano sale a Coniolo, dove ha sede un museo etnografico e del lavoro di cava
- Moncalvo, città aleramica con i resti dell'antico maniero, sede della sagra del Bue Grasso e per la Fiera nazionale del tartufo.
- La Valle Ghenza, Cellamonte con al centro il suo Ecomuseo della pietra da cantoni, i borghi in tufo fino a risalire a Vignale
- La Val Cerrina con i boschi e i castelli medievali di Camino, Gabiano e Murisengo
- La centralità di Casale Monferrato come capitale culturale del Monferrato, con i suoi monumenti di valore assoluto (Duomo, Castello e Sinagoga in primis)
Quello che manca è una connessione a rete reale ed effettiva (non solo di promozione, di marketing editoriale di queste e di molte altre attrattive turistiche.
La ciclovia Casale Asti, proprio per il suo essere un’arteria reale e concreta che taglia e attraversa il territorio, facendo partire da ogni sua tappa tutti gli altri possibili itinerari, proprio perché mette in contatto fisico diretto, le colline e la pianura, proprio perché collega senza soluzione di continuità i percorsi ciclabili collinari secondari che portano ai luoghi indicati (e a molti altri) e le piste ciclabili che si snodano lungo le vie del Parco del Po, proprio perché collega uno dopo l’altro gli itinerari ciclistici già esistenti, costituirebbe proprio quella rete fisica e concreta che farebbe di tutto questo territorio un unicum turistico, il cui valore complessivo potrebbe essere molto più elevato di quello attuale.
Inoltre potrebbe far entrare il nostro territorio nei circuiti turistici europei, promuovendo le sue attrattive turistiche sia presso gli esistenti percorsi ciclabili europei sia in quelli di turismo “dolce” più in generale.
Proprio in quest’ottica, la galleria esistente, da ostacolo attuale potrebbe trasformarsi in risorsa.